Scelgo le migliori, le seleziono a mano!
Mitilla® – la cozza di Pellestrina, nasce dalla mia volontà di esaltare le qualità organolettiche e restituire valore storico e culturale ad uno dei prodotti identitari della gastronomia lagunare: la cozza.
Perché Mitilla®29?
Mitilla®29 non è altro che la naturale evoluzione di Mitilla, la sua versione invernale.
Garantire una produzione costante di mitili in Italia durante l’inverno è molto difficile, se non impossibile, a causa delle condizioni atmosferiche e delle temperature rigide.
È per questo motivo che da autunno fino a primavera seleziono le migliori cozze della Galizia che, arrivate a Pellestrina, vengono re-immerse nel mare di Pellestrina per un periodo di “affinamento” di 29 giorni.
Uno in più delle altre cozze, perché sono i dettagli a fare la differenza e quell’unico giorno in più è un dettaglio importante!
L’acqua del mare che bagna Pellestrina conferisce a Mitilla®29 durante questo periodo di affinamento il sapore che la contraddistingue e la rende speciale.
Mitilla®29 è sottoposta allo stesso puntuale e stringente controllo qualitativo di sempre: due test di salubrità a settimana e più spazio di immersione in affinamento contribuiscono a delineare il profilo gustativo unico di Mitilla 29!
Curioso di assaggiarla?
Cerca Mitilla 29 nei migliori ristoranti e pescherie e dicci cosa ne pensi!
Prodotto allevato: Spagna
Reimmerso: Alto Adriatico, litorale Pellestrina
Ambito: 12M003
Codice allevamento: 042VE543 Zona Fao: 37.2.1
Mitilla 29: l’affinamento che unisce innovazione e natura
Nella laguna di Venezia, la mitilicoltura è più di un mestiere: è una tradizione che intreccia lavoro, cultura e ambiente.
Il progetto Mitilla 29, nato in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie – Laboratorio ecologia microbica e genomica dei microrganismi, esplora un’idea affascinante: portare mitili dalla Galizia e lasciarli “ambientare” nelle acque veneziane per 29 giorni, osservando come le loro comunità microbiche si adattino al nuovo ecosistema.
Lo studio della dottoressa Carmen Losasso ha mostrato che, già dopo poche settimane, le cozze “ospiti” iniziano a condividere la stessa firma microbica delle cozze locali, segno di un’integrazione naturale e rapida con l’ambiente lagunare.
Un progetto che racconta come la scienza possa dialogare con la tradizione, mantenendo vivo il legame tra innovazione e sostenibilità.
